Il Castello di Praia a Mare
Storia
Nasce come costruzione militare edificata su di una piccola altura di fronte all’isola Dino, tra il XII e XIII secolo, per volere di Carlo Duca di Calabria, figlio di Roberto Re di Napoli.
Roccaforte ideata per difendere la costa dalle incursioni aragonesi e saracene, nel periodo della dominazione normanna.
Alla fine del ‘500, perde la sua funzione guerresca tramutandosi in residenza signorile;
Il vescovo feudatario del luogo, diretto discendente dell’attuale proprietario Matteo Cosentini d’Aieta, lo abitò come residenza estiva.
Nel 1700, il feudo fu venduto agli Spinelli e dalle fonti rinvenuto a quella data, la fortezza era già in possesso dei Giugni, famiglia di Firenze che per lunghi anni fu amministratrice del feudo di Ajeta. La roccaforte fu anche sede di guarnigioni militari poste al servizio della difesa della costa.
Nei primi anni 50, il discendente primogenito dei Cosentini, Alessandro Cosentini dei Marchesi di Ajeta, lo riacquistò decidendo di riportarlo allo splendore di un tempo.
Ancora oggi di proprietà privata è destinato a uso di accoglienza turistica.
La struttura ha pianta rettangolare con due torri cilindriche angolari collegate da ampie mura e rifinite da merlature.
All’interno regna sovrana l’architettura composta di pavimenti in cemento bianco, pareti e volte a calce bianca con pochi mobili ed elementi di arredo.
È ancor possibile vedere lo stemma gentilizio dei marchesi Cosentino d’Aieta sul portale d’ingresso.
foto: Flickr utente:8607967@N02
All’esterno, nel giardino si trova una piccola cappella che ancora oggi ospita cerimonie e funzioni religiose. L’edificio è circondato da tipica macchia mediterranea e alti cipressi.
La tradizione popolare ha intrecciato diverse storie
Aneddoti, alcune veritiere altre alterate nel tempo nella trasmissione orale. Tra queste gli anziani del posto riportano che nel castello si è sempre prodotto il vino e quando ormeggiavano le navi guerriere vicino l’isola, il vino era portato sulle navi direttamente da una sorta di passaggio sotterraneo. Ad oggi però non è stata rinvenuta alcuna informazione da fonti attendibili che ne attesti la veridicità.
Tra i racconti narrati ai più piccoli, ve ne sono alcuni che mescolano il linguaggio calabrese al folclore lucano. Si narrava che gli operari occupati nella costruzione della ferrovia trovavano riparo nel castello, all’epoca disabitato; essi erano soliti cenare arrostendo la carne sulla brace, ma ogni sera un piccolo personaggio abilmente gli rubava il cibo; fino a che gli uomini escogitarono una trappola e lo colsero sul fatto, ripagando le serate passate a digiuno violentemente. Le urla del piccolo riecheggiavano nella notte e dall’isola si levò una voce di donna che ripeteva “Ah Guido, Guido, te l’avevo detto che questi erano più mommachicchi di te”.
Vista la vicinanza di Praia a Mare con la Basilicata, si può ipotizzare che il piccolo personaggio coinvolto nella storia possa essere il “Monachicchio”, un piccolo folletto, amante degli scherzi, dal quale ci si può difendere solo afferrandolo dal cappuccio, il cui appellativo è stato tradotto nel dialetto locale in “Mommachicchio”. Racconto utilizzato spesso come monito per i bambini più irrequieti. Sono tante le storie che coinvolgono questo personaggio anche in altre location storiche della costa.
CASTELLO DÌ FIUZZI
Via Don Matteo dei Marchesi Cosentini, 18 87028 Praia a Mare CS
Il castello fà da cornice al Resort Borgo di Fiuzzi trovandosi alle spalle della struttura, scopri dove siamo
Foto interna dell’attuale Castello, adibito a B&B